Un mese a Roma
Nel 2021 ho vissuto due mesi in Italia. Giugno a Torino e novembre a Roma. A Torino ero da solo in un bilocale e quindi non avevo quasi nessuno con qui parlare, dunque a Roma ho cercato un alloggio condiviso con altre persone. Ho trovato un appartamento a Garbatella tramite Airbnb dove c’erano due Italiani: un’insegnante e uno studente. Sono partito da Parigi il mattino presto e sono arrivato in treno verso le 19 a Termini. Era la prima volta che andavo a Roma, e pensavo che il paesaggio visto dal treno tra Torino e Roma sarebbe stato bello, ma in effetti era piuttosto banale, mentre quello tra Parigi e Torino è sempre piacevole perché passa in mezzo alle Alpi.
Arrivato all’appartamento ho scoperto che la camera delle foto su Airbnb era in realtà quella della coinquilina, mentre io ne avevo un’altra. L’appartamento era composto di tre camere (una a persona), un bagno e una cucina. La cucina era grande e serviva di spazio comune per chiacchierare, mangiare e guardare la TV. Il proprietario dell’appartamento era in Belgio e avevo la sua camera. Tornava di tanto in tanto ma io non l’ho mai visto (anche perché non avrebbe potuto dormire se fosse tornato mentre io ero lì).
La coinquilina era un’insegnante nelle scuole elementari. Era sui quarant’anni, fumava come un turco ed era sempre attiva. Si lamentava molto dei mezzi pubblici perché impiegava fino a due ore per andare al lavoro, e a volte anche di più se c’era un guasto (e c’era, spesso). Doveva prendere la metro per andare a Termini, lì prendeva un trenino per Viterbo, poi da Viterbo un autobus, e alla fine doveva camminare dalla fermata alla scuola. Non poteva scegliere dove insegnare, cambiava posto ogni anno. Per di più, una settimana dopo che ero arrivato, ha iniziato a seguire dei corsi la sera per avere un statuto professionale più elevato e guadagnare un po’ di più. Sebbene fosse stanca quando tornava la sera, si faceva sempre dei piatti buoni come uno spaghetto alle vongole e al peperoncino.
Aveva un problema di circolazione di sangue nelle gambe e per questo doveva camminare molto. Allora il fine settimana mi portava in giro per Roma, sempre a piedi, e mi faceva da Cicerone. Era casertana ma si era spostato a Roma da 15 anni, e quindi conosceva bene tutta la città. Partivamo da Garbatella con l’autobus 715 o 716 (se c’era, se no andavamo a piedi) e poi giravamo per ore nel centro. Ha anche insistito perché io entri nel Pantheon anche se c’era la coda, e ha aspettato un’oretta in piedi. Aveva l’accento del sud e all’inizio c’erano molte espressioni che non capivo. Per capire l’accento napoletano mi servono sempre 2-3 secondi dopo che qualcuno mi ha parlato per ricostruire le parole in italiano e capire il senso. Parlava molto, e con tutti. L’accompagnavo da tutte le parti: al mercato, al bar, alla tavola calda, a fare un servizio, ecc. Era come se fossi con la mia nonna (ma non era così vecchia!). Al bar, ho scoperto diverse bevande come il ginseng, l’orzo e il marocchino. Ho imparato il nome degli involtini al cioccolato e i diversi tipi di cornetti. Al supermercato, cercava sempre i prezzi più bassi, e capitava spesso di andare in due supermercati diversi per essere sicuri di avere sempre i prodotti più economici. Mi ha anche fatto scoprire il trapizzino, lo supplì, le crocchette di patate.
Faceva cucina da dio, e mi ha pure insegnato qualche ricetta: la lasagna, la parmigiana, gli involtini di carne, i gnocchi al forno, ecc. Dopo esser tornato a Parigi ho comprato 12 litri di passata da MammaPack per rifare tutti i piatti da casa. Mi faceva anche assaggiare dei piatti buonissimi. In effetti sono andato meno al ristorante rispetto a quando ero a Torino proprio per questo e anche perché la cucina era molto ben attrezzata e quindi era facile cucinare di tutto. Roma è stata la città dove ho mangiato meglio. Chi presenta Bologna come la culla della gastronomia italiana non è mai stato a Roma. Non vedo l’ora di andare più giù (Napoli, arrivo!) e vedere cosa fanno di buono.
L’altro coinquilino era uno studente universitario simpatico ma molto discreto, e il fine settimana tornava sempre dai suoi il, quindi non l’ho visto molto. Era bielorusso-italiano e studiava le relazioni internazionali. Studiava a volte a casa in DAD, a volte all’università. Non gli piaceva per niente cucinare, e mangiava spesso la pasta cinese che si cuoce in due minuti al micro-onde. Entrambi i coinquilini bevevano l’acqua in bottiglia ed erano stupiti che bevessi l’acqua del rubinetto.
Eravamo a novembre e quindi il sole tramontava presto. Non faceva molto caldo, ho quasi sempre mangiato fuori e ho spesso camminato per la città con una maglietta. Per approfittare di più, ho cambiato un po i miei orari di lavoro: lavoravo la mattina fino alle 13, poi facevo una grande pausa fino alle 16-17 e poi lavoravo fino alle 20-21. Così ho potuto godere la città quando faceva giorno, e lavorare quando era notte. Non conoscevo Roma prima: non sapevo di Piazza Navona, di Piazza di Spagna, di Piazza Venezia, della fontana di Trevi (ho visto La Dolce Vita solo dopo), ecc.
Vivevo vicino al parco della Caffarella e ci andavo spesso per camminare o correre. Per andarci dovevo attraversare la Colombo, in un posto dove c’erano ben otto corsie di marcia. In generale, ho trovato che le macchine vanno più veloce a Roma che a Parigi e si fermano molto meno anche quando è ovvio che qualcuno vuole attraversare. L’altro aspetto spiacevole di Roma è stato la sua sporcizia. In un mese non ho mai visto un servizio comunale di pulizia stradale. In alcune zone i cassonetti erano traboccanti di rifiuti.
La prossima volta che verrò in Italia per un mese, andrò di sicuro in un appartamento condiviso come qua. Penso di andare a Napoli o forse a Palermo, perché sono città che non conosco e in generale conosco meno il sud che il nord (aggiornamento del futuro: sono andato a Napoli).