Nel 2021 ho vissuto il mese di giugno a Torino e poi quello di novembre a Roma. A giugno 2022, sono andato invece a Napoli.

Per anni ho avuto paura di Napoli. Questo sentimento era dovuto a tutto quello che avevo sentito in giro sulla città: che era pericolosa, sporca, rumorosa. Che era fatta di vicoli stretti attraversati da scippatori sui motorini, che la mafia era dappertutto, che gli inganni erano quotidiani. Pensavo che Gomorra fosse un dipinto della realtà di tutti i giorni.

Ma allo stesso tempo, la cultura napoletana mi affascinava, e la lingua napoletana mi intrigava con il suo modo di troncare le parole al minimo rendendo i discordi densi e difficili da capire per gli altri. Oltre a Gomorra, avevo visto le prime stagioni di L’amica geniale, e avevo sentito Pino Daniele, Nino d’Angelo e Gigi D’Alessio. Avevo imparato il ruolo storico di Napoli, a lungo capitale del grande stato del Regno delle due Sicilie.

Sentivo che tutto che avevo creduto fin qui non poteva essere così vero, e l’unico modo di sfatare questi pregiudizi era di andare sul posto.

Sagoma di un acquedotto all’alba.
Un acquedotto a sud di Roma visto dall’Intercity notte (giugno 2022).

Così ho preso i biglietti. Mi era piaciuto l’idea di viaggiare solo con il treno per i soggiorni a Torino e Roma, quindi ho fatto lo stesso qua. Ho preso la Frecciarossa Parigi-Torino che parte prima delle 7 del mattino e arriva a Torino a mezzogiorno. Lì ho lavorato in un café durante il pomeriggio prima di cenare alla Piola da Cianci e poi salire su un treno di notte (il mio primo in Italia) diretto a Napoli, dove sono arrivato con 10 minuti di anticipo alle 8 del giorno dopo.

Prima di arrivare, mi sono svegliato (presto!) con una vista magnifica dell’alba sugli acquedotti romani a sud della capitale. Le foto danno un’idea, ma non permettono di rappresentare bene questa sensazione di svegliarsi di fronte a questa luce penetrante e ammirare il paesaggio che sfila davanti ai nostri occhi.

A Torino ero da solo in un bilocale e non ho avuto molte occasioni di parlare italiano, quindi a Roma sono andato in un appartamento condiviso. Mi sono trovato molto meglio, e a Napoli ho fatto lo stesso. Ero nel quartiere Montecalvario, sopra Montesanto e sotto il Vomero. Bastava qualche minuto di funicolare per salire sul Vomero, e pochi minuti di cammino per raggiungere Montesanto e poi il centro storico e i quartieri spagnoli. Tra l’altro, prima di questo viaggio pensavo che Napoli era una città piana. Non penso di aver mai salito e disceso le sale così tanto quanto l’ho fatto a Napoli questo mese.

Questa location perfetta mi ha permessa di girare in tutta la città a piedi. Non ho mai preso la metro oltre che per andare e tornare da Porta Garibaldi, e non ho mai preso l’autobus. Secondo il mio orologio elettronico, ho fatto più di 410 mila passi in questo mese, il mio primato assoluto. Ho anche goduto di una bella vista sul centro con il porto e il Vesuvio in fondo per tutto il soggiorno. All’inizio facevo delle foto del vulcano quasi ogni giorno, e poi pian piano mi sono abituato alla sua presenza.

Il mare calmo con in fondo il sole e la sagoma del vesuvio.
Il Vesuvio visto dal lungomare la mattina (giugno 2022).

Come a Torino e a Roma, ho lavorato da casa tutto il soggiorno. Alla fine ho scoperto che c’era uno spazio di coworking molto vicino all’appartamento e ci sono andato qualche volta anche perché lì c’era l’aria condizionata.

Non ho visitato molti posti turistici, ma ho girato tutta la città a piedi. All’inizio provavo difficoltà per attraversare la strada: nessuno si ferma davanti alle strisce pedonali, anche se c’è qualcuno che aspetta. Dopo un po’, ho capito come fare: bisogna andare in un posto con una buona visibilità in modo da poter vedere le macchine —e soprattutto i motorini— che arrivano e poi lanciarsi sulla strada quando c’è un buco nel traffico. È un po’ come attraversare una statale ma in città. Fortunatamente, gran parte della città è pedonale perché i vicoli sono troppi stretti per lasciar passare le macchine. Resta comunque il rischio dei motorini.

Un’altra cosa che mi ha stupito a Napoli è stata la quantità di locali di cibo da asporto, perlopiù fritto. È possibile di mangiare a qualunque ora una pizza fritta o al portafoglio per qualche euro. Il rovescio della medaglia è che è troppo facile di mangiare questo tipo di cibo ma non credo che sia buono per la salute mangiare così tante cose fritte. A volte mi è sembrato addirittura difficile trovare dei posti dove mangiare cose altre che pizze o fritture. Oltre a questo problema, ho sempre mangiato bene.

In sostanza, mi sono trovato molto bene a Napoli. Non è affatto sporca (Roma è peggio!) né pericolosa come lo pensavo prima. È una città italiana normale, con della gente infastidita di questa falsa reputazione.