Alla fine del 2020 ho cambiato lavoro, e adesso lavoro per una piccola azienda senza uffici. Siamo un po dappertutto: uno a Barcellona, uno a Rennes, e io a Parigi. Lavoro da casa, ma in teoria potrei lavorare da qualsiasi parte del mondo. L’anno scorso, ero andato per una piccola settimana ad Alba per provare questo combo lavoro/vacanze: lavoro durante il giorno, e “vacanze” la sera e i weekend.

Questa volta sono tornato nel Piemonte per un intero mese, a Torino. Ho pensato a Torino e Milano perché sono facilmente raggiungibili con il treno. Torino mi è sembrata più economica di Milano, e così ho scelto la prima.

Ho trovato un bilocale su Airbnb via Perrone, vicinissimo al centro storico (purtroppo l’appartamento è in vendita, quindi non so se rimarrà su Airbnb). Il biglietto di TGV andata e ritorno Parigi/Torino mi è costato solo circa 80€ perché mi sono preso abbastanza in anticipo.

Inizialmente, pensavo di cercare un posto in un coworking appena arrivato, ma siccome la scrivania dell’appartamento era grande e la sedia abbastanza confortevole, sono rimasto a casa. Alla fine, penso che sia stato un errore, perché andare in un coworking mi avrebbe permesso d’incontrare più gente.

Un tavolo con un computer e una sedia, in una cucina con una porta-finestra aperta sul balcone.
Il mio “ufficio” a Torino, giugno 2021.

Subito all’inizio ho preso l’abbonamento musei Piemonte. Costa 52€ all’anno e permette di visitare tutti i musei del Piemonte e della Valle d’Aosta. È comodissimo, peccato che una cosa del genere non esiste a Parigi!

Prima di venire, pensavo che Torino fosse una “Milano bis”, cioè una grande città del nord, piena di gente e di turisti. Ero già venuto a Torino ma mai più di qualche giorno. Non mi era tanto piaciuta, perché ero più abituato ai centri storici medievali, con i loro piccole vie strette e tortuose (tipo Bologna o Nizza). Torino invece ha un’architettura che mi sembrava un po’ maestosa, con tutti i suoi edifici barocchi imponenti. Durante le prime settimane provavo quasi una fatica visuale a cause di tutti questi edifici barocchi dappertutto.

A questo punto devo sottolineare che l’appartamento era nel centro e che ho vissuto tutto il mese in questo quartiere. Non ne sono quasi mai uscito, a parte per visitare qualche museo fuori centro come la Fondazione Merz o la pinacoteca Agnelli, o per vedere le opere di street art nel quartiere Campidoglio.

Camminavo tanto, anche perché non volevo pagare due biglietti di autobus ogni volta che andavo e ritornavo da qualche parte. Ho provato ad acquistare la tessera “Bip” che permette poi di comprare degli abbonamenti, ma era (inutilmente) troppo difficile: o si deve avere un codice fiscale (non ce l’ho), o si deve recarsi in un ufficio della GTT, con prenotazione. Per fare questa prenotazione, uno deve scaricare un’app sullo smartphone, poi crearsi un account, e poi non è possibile scegliere l’orario della prenotazione. Devi entrare nella “fila virtuale”, e a un certo punto ti chiamano per venire. Non c’è nessun modo per sapere quando sarà questo punto. Ho lasciato perdere, e compravo dei biglietti singoli o giornalieri.

Banconi di libri usati con la gente che li sta guardando.
I “portici di carta” a Torino, giugno 2021.

Forse c’era un po l’effetto del covid, ma la città mi è sembrata più tranquilla del quale mi aspettavo. Tranne la domenica, non c’è tanta gente in giro per le strade, anche quelle importante. Rispetto a Parigi, il traffico mi è sembrato più fluido e meno caotico (ma ero nella ZTL). All’inizio avevo paura quando attraversavo le grande strade, forse perché non ero abituato: non sapevo se i semafori lasciavano molto tempo per attraversare, e avevo paura che un tram sorgesse proprio quando attraversavo (non è mai capitato). Era strano, perché direi che è meno pericoloso attraversare la strada a Torino rispetto a Parigi: ci sono pochi motorini, bici, o monopattini elettrici. Tutte le piccole strade del centro sono a senso unico, e quello vero, non quello di Parigi dove il senso unico è solo per le macchine e le bici invece possono andare in ogni senso (in effetti esiste al livello nazionale, non solo a Parigi).

Mi aspettavo anche di vedere tanti turisti, ma infatti erano (eravamo) in pochi. Anche nel centro non ci sono tanti ristoranti trappole per i turisti, tipo quelli con il menù in quattro lingue e i camerieri che ti parlano in inglese anche se gli dici che vuoi parlare in italiano. Mi è capitato solo una volta: era tardi e pioveva, il ristorante dove volevo andare era chiuso, e quindi sono andato un po’ a caso in un ristorante di “cucina piemontese” (hanno dimenticato di scrivere “per i turisti”).

Scriverò altri post per fare una lista dei ristoranti che ho provato (edit: eccolo!).

Il mio piano iniziale era di andare al ristorante per il pranzo e di mangiare qualcosa di semplice, tipo la pasta, a cena. Con il tempo, mi sono reso conto che non funzionava: per mangiare in modo economico al ristorante gli opzioni sono spesso pasta o pizza. Non so se esistono veramente dei primi piatti altri che la pasta. Ho trovato un ristorante pugliese dove ho potuto mangiare una parmigiana, ma è l’unica volta che mi è capitato. Sono andato qualche volta al mercato di Porta Palazzo, ma essendo da solo, se avessi comprato un chilo di qualsiasi verdura ne avrei mangiato durante settimane. Quindi la sera mangiavo sopratutto pasta o pizza. Camminavo molto e ho corso un po’ (ma faceva tanto caldo), e alla fine del mese avevo perso due chili rispetto a prima di venire a Torino.

Alla fine, è stato una bella esperienza, e non vedo l’ora di tornare un mese in qualche altra città. Il solo aspetto negativo è che non ho incontrato molta gente, e quindi non ho potuto parlare italiano quanto volevo. Forse affittare una camera sarebbe meglio che avere un appartamento da solo. Avrei meno privacy ma costerebbe di meno e potrei parlare di più con gli ospiti.