Ieri sono andato a visitare la Cappella Sansevero di Napoli, una cappella nobiliare in pieno stile barocco napoletano. È menzionata in tutte le guide turistiche ma non l’avevo vista l’anno scorso perché ero arrivato lì un po’ ingenuamente e poi avevo capito che si doveva prenotare in anticipo.

Quest’anno ho prenotato e l’ho finalmente potuto visitare. È davvero stupenda, e anche se avevo visto delle foto, le sculture sono ancora più impressionante viste dal vivo. Tra l’altro, consiglio l’audioguida che dà molte informazioni sulla cappella e le sue opere.

Una cosa però che colpisce è che è vietato fare foto. Mi era sembrato un divieto assurdo perché non capivo per quale ragione logica si potesse vietare le foto (senza flash) di sculture di quasi 300 anni fa. È anche frustrante, perché a volte si vuole fare una foto di un dettaglio che ci si è piaciuto, o per ricordare la visita.

Ma una volta fatta la visita ho capito il divieto, e devo dire che è una buona cosa. Il fatto di limitare il numero di persone che possono entrare allo stesso momento e di vietare le foto impedisca il problema che c’è in ogni museo dove le persone che fanno delle foto prendono tutto lo spazio davanti all’opera e ostacolano la vista delle altre. Evita il «vedi l’opera, fai una foto e te ne vai» e incoraggia a prendere più tempo per ammirare le sculture con calma.

Da «mah, fanno così per vendere più cartoline», sono arrivato a «è una buona idea, lo facessero anche gli altri musei». Di certo non funziona per tutti i musei, ma per quelli con spazi angusti sarebbe una idea da considerare.