Come certi inglesi che sono perplessi davanti all’uso della loro lingua in Italia, anche ai francesi può succedere davanti a qualche brioche o dehors.

I francesismi sono moltissimi, infatti il francese è la lingua straniera che ha più influenzato l’italiano. Basta pensare a parole come «messaggio», «giardino», «formaggio» o «cuscino», tutti di origine francese, così come il «coniglio» e il «daino», i verbi «mangiare» e «parlare», e i più recenti «chignon», «moda» e «toilette».

Gli pseudo-francesismi, come gli pseudo-inglesismi, sono parole che sembrano essere francesi (o inglesi), ma non lo sono, almeno con lo stesso senso. Queste parole nascono da una scarsa conoscenza dalla lingua di origine, cosa che accade poco con il francese, una lingua da sempre studiata in Italia.

Nel Piemonte parlano di «vitel tonné» per descrivere il vitello tonnato. In realtà «vitel tonné» non significa niente in francese («vitello» si scrive «veau» e si pronuncia ) anche se la seconda parte ne deriva: «tonné» viene dal francese «tanné» («conciato»). Sempre nel Piemonte, il «dehors» è la parte esterna di un locale, mentre in francese non è altro che l’avverbio «fuori».

Fuori dal Piemonte c’è anche il nome-aggettivo «premaman»/«pré-maman» (letteralmente «pre-mamma»: prima di diventare madre) che non esiste in francese: parliamo semplicemente di vestiti «de grossesse» (di gravidanza).

Tra le parole che esistono in francese con un significato diverso, può sorprendere il «paillard»: mentre in italiano è un pezzo di carne ai ferri, in francese è un aggettivo che vuole dire «lubrico», «volgare». Anche la «soubrette», in italiano un ruolo femminile brillante al teatro e più tardi un personaggio televisivo, che in francese descrive il ruolo della servetta ed è legato a un immaginario erotico a partire dall’Ottocento.

Il «sommier» è la rete del letto in francese ma diventa un tipo di divano in italiano anche chiamato «ottomana». La «brioche» è solo un tipo di pane morbido dolce, non ha niente a che vedere con il «croissant». Per estensione, la brioche descrive anche la pancia grossa: «mettere su pancia» si dice «prendre de la brioche».

Invece lo stage è una parola francese che ha lo stesso significato in entrambi le lingua: va dunque pronunciata alla francese, e non all’inglese come alcuni fanno.

Nel caso degli pseudo-francesismi sopra elencati non si tratta di errori: sono ben radicati nella lingua e sono diventati vere parole italiane con un significato proprio. Possono essere una trappola per il francofono che impara l’italiano perché bisogna essere attenti e saper distinguere i veri francesismi dai falsi, soprattutto quando la parola può avere un tutt’altro significato in francese. E poi c’è sempre il dubbio: devo pronunciare la parola alla francese o all’italiana? Per essere capiti, meglio scegliere la seconda opzione.