Miseria e nobiltà è un’opera teatrale scritta da Eduardo Scarpetta nel 1887 adattata diverse volte al cinema, tra cui nel 1954 con il film di Mario Mattoli con Totò.

Il film (e l’opera teatrale) racconta la storia di due famiglie che vivono insieme nella povertà a Napoli negli anni 1890. La prima famiglia è composta da Felice Sciosciammocca (Totò), un scrivano di strada separato della moglie Bettina, che ormai vive con suo figlio Peppeniello e la sua compagna Luisella. La seconda famiglia è composta da Pasquale, un amico di Felice che fa il fotografo ambulante, di sua moglie Concetta e la loro figlia Pupella.

Le famiglie guadagnano pochi soldi, solamente con i lavori degli uomini. Hanno sempre fame perché mangiano poco. Il padrone di casa viene spesso domandargli di pagare l’affitto e loro devono dargli degli oggetti vari per pagare invece di dare il poco denaro.

Un giorno arriva Eugenio Favetti, un amico di Pasquale, marchesino e fidanzato con la ballerina Gemma (Sophia Loren). La famiglia di Favetti si oppone al matrimonio perché Gemma non è di una famiglia nobile, mentre il padre di quella, don Gaetano, ex-cuoco diventato ricco quando ha ereditato dei beni del suo padrone, consente perché sogna di essere parente con dei nobili. Anzi, è d’accordo per consentire al matrimonio ma prima vorrebbe incontrare la famiglia del Favetti.

Siccome Favetti non può fargli conoscere la sua famiglia (perché è opposta al matrimonio), inventa una truffa e chiede a Pasquale, Felice e le loro famiglie d’impersonare la sua famiglia. Pasquale diventa il padre, il marchese Ottavio; Felice diventa lo zio, il principe di Casador; Concetta la zia, la contessa Del Pero; e infine Pupella sarà sua cugina, la contessina Del Pero. Resta però Luisella, che vorrebbe essere l’altra zia, la principessa di Casador, ma la vera principessa è malata da molto tempo e sarebbe strano di verderla.

Non vi dico altro per non rovinarvi il film. È un film che mi ha piaciuto perché è molto divertente, soprattutto grazie a Totò.