Ho letto la metà di L’arte di legare le persone di Paolo Milone (ed. Einaudi). L’autore è uno psichiatra e il libro è un insieme di piccoli racconti (a volte solo due o tre righe) sulla sua esperienza.

Ho letto solo la metà perché non riesco ad andare avanti, non c’è nessun filo conduttore, i racconti sono disposti a caso. Alcuni sono poetici, ma la maggior parte non hanno niente d’interessante. La lettura diventa un’attesa: si leggono racconti insipidi con una speranza di (forse) arrivare a un racconto un po’ bello o un po’ poetico. Ad un certo punto bisogna rassegnarsi e chiudere il libro. Fatto.